giovedì 27 giugno 2013

La superficie ruvida delle cose



Voglio dire che è difficile, quando poi dovrebbe essere naturale
E’ che poi mi affatico, faccio  salti mortali,morali, e ne risente il corpo, tutto.

Il cristallo batte contro una gabbia di ossa dall’architettura claustrofobica di protezione, il risultato sono solo mille e più pezzi affilati. E invece non ci dovrebbe essere nulla da proteggere, sarebbe come ammettere la possibilità che qualcuno abbia potere su di te. Alzare bandiera bianca.
E’ che io la forza non ce l’ho, non ho chiesto a nessuno di stare in tribolamento .Mi lamento, mi tormento e mi rompo…letteralmente.

Quale  sarà poi la storia di questi mille pezzi , non lo so.Ognuno di loro mi pizzica sotto la pelle, li sento,li vedo, mi fanno tepore in corpo.
Ora vado a darci un taglio…ai capelli s’intende. Il coraggio per il resto non ce l’ho.
 

…quare id faciam fortasse requiris,
nescio, sed fieri sentio et excrucior

1 commento:

  1. Un taglio di qui, un talgio di lì... va che bene che stai con i capelli :-)

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